Abbastanza impressionante seguire l’evoluzione del nuovo datacenter di Textdrive+Joyent nei commenti alle foto postate su Flickr, sul blog, e nella presentazione introduttiva del seminario Scale With Rails.
Storage doesn’t live on a server anymore. Local drives are for swap. People will be in “cohorts” (same as servers for a bit) but then it’ll be one big thing across a mass of clustered storage in a few cities. The main reason for scalewithrails.com/ in a few cities is doing that while visiting some datacenters.
Riprendo a distanza di qualche ora il tema della distribuzione elettronica de la Repubblica annunciato ieri, ipotizzando un progetto alternativo che secondo me avrebbe molto più senso, e molto più successo.
Il progetto annunciato sembra infatti un’operazione puramente di marketing, che salta sul carrozzone di una tecnologia nuova e poco sperimentata (il lettore basato su eink), piuttosto che capitalizzare soluzioni esistenti con un’occhio all’utilizzo corrente dei media e della tecnologia.
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“A leader in the Gartner magic quadrant, Flickr proved to meet all our requirements for publishing, discovery and lifecycle management of images. [...] We picked a messaging bus that uses the industry standard WS-HTTP and the emerging WS-Blog protocol. [...] We did capacity planning upfront and designed the content server so it can scale massively by deploying an array of redundant, load-balanced, self-healing, on-demand mod_php scripts.”
Se non avete mai lavorato in una grossa organizzazione, farete forse un po’ di fatica a cogliere l’ironia di questo post. Io mi sono sbellicato dalle risa, peccato che la realtà di tutti i giorni sia proprio questa. Via Tim Bray.
Update Se non conoscete co.mments dategli un’occhiata, è un ottimo sistema per tenere traccia dei commenti sui blog sviluppato dalle stesse persone che cito sopra. E se vi diverte l’ironia sugli strombazzamenti Enterprisey, ci sono anche questo post di un paio di settimane fa, e questo di stasera.
Esilarante il video del ping pong alla Matrix, segnalatomi oggi da un collega dopo aver visto il Super Mario Bros pubblicato oggi da downloadblog.
Massimo Mantellini segnala l’esperimento del gruppo l’Espresso che, seguendo l’esempio di editori stranieri come il New York Times, ha deciso di sperimentare la distribuzione elettronica del proprio quotidiano la Repubblica ad un ristretto numero di abbonati dotati del nuovo iRex Iliad.
Da accanito lettore di ebook non posso che essere contento di queste iniziative, nonostante i molti dubbi sull’ennesimo matrimonio tra editoria e nuove tecnologie. Temo però che la decisione di iniziare subito la sperimentazione sia poco felice, in parte per i problemi di gioventù che ancora affliggono l’iLiad e i lettori basati su eInk (dimensioni, lentezza di elaborazione delle pagine, assenza di lettori per i formati più diffusi, schemi di licenza dei contenuti machiavellici), in parte per i problemi cronici ancora irrisolti (DRM, prezzi paragonabili alle versioni stampate) che limitano la diffusione dei libri in formato elettronico.
Una diffusione degli ebook su larga scala sarà possibile solo quando le tecnologie saranno maturate e ci sarà un accordo globale sugli standard. E forse come osserva un commentatore del post di Massimo, quando saranno disponibili lettori di ebook con schermi srotolabili. Se vi interessa approfondire il tema, aggiungete al vostro aggregatore TeleRead, da cui ho tratto una buona metà dei link presenti in questo articolo.
Una chiosa all’editoriale pubblicato oggi da Alberoni sul Corriere della Sera: Siete creativi e diffidano di voi? Non arrendetevi, che tira in ballo Machiavelli e Dante ma sembra fatto su misura per un hacker, che si trovi a fare i conti con una delle corporate policy tanto amate dai manager moderni.
Sostituite alla Divina Commedia e al Principe un progetto Open Source di successo, e vedrete come Alberoni abbia perso una buona opportunità per dare un po’ di realismo al suo editoriale, e per introdurre i suoi lettori ad uno dei fenomeni che stanno rivoluzionando la nostra società.